I temporary shop (detti anche pop-up shop) sono negozi aperti solo per qualche settimana l’anno con lo scopo di creare interesse attorno ad un particolare brand. Hanno quindi puro scopo di marketing.
L’idea di avviare un’attività di tipo temporaneo è attrattiva per la clientela soprattutto se il prodotto segue molto la moda o i trend del momento.
Aprire un temporary shop: i fattori i successo
Come ogni iniziativa imprenditoriale, anche l’apertura di un temporary shop necessita di un’analisi accurata preliminare da svolgersi con il proprio consulente al fine di poter elaborare un accurato business plan. Sicuramente i tre aspetti principali da tenere in considerazione sono:
- Posizionamento – La zona, ed i costi necessari a pagare l’affitto dei locali nella zona scelta sono fondamentali. Spesso i temporary shop seguono anche gli eventi del momento, quindi è importante essere a conoscenza di quali siano le manifestazioni catalizzanti e i rispettivi luoghi di maggiore affluenza.
- Scelta del prodotto – Per portare clienti nel negozio è importante che il prodotto sia innovativo e difficilmente reperibile attraverso i canali di vendita tradizionali.
- Allestimento innovativo del negozio – Per attrarre clienti è necessario curare moltissimo l’impatto visivo, soprattutto visto da fuori. L’obiettivo è quello di riuscire a creare curiosità di chi si troverà a passare davanti alle vetrine.
Analisi dei costi di un temporary shop
Le tre principali voci di costi da analizzare con attenzione sono:
- Spese di marketing e pubblicità: una voce destinata ad incidere parecchio sui costi. Chiamare un testimonial famoso all’inaugurazione, ad esempio, può essere una buona idea, ma può incidere moltissimo sul budget disponibile.
- Spesa per arredamento ed allestimento vetrine: lo studio di un’immagine adeguata sia dell’arredamento che delle vetrine deve essere eseguita da professionisti capaci i cui costi vanno stimati adeguatamente.
- Canone di locazione: l’affitto è sicuramente una voce rilevante in quanto i temporary shop vengono spesso allestiti in zone cittadine molto centrali. Per la stipula di un accordo temporaneo si fa riferimento al contratto di locazione di tipo transitorio che permette una durata più breve rispetto alla durata legale di 6 anni del classico affitto.
La normativa del temporary shop: quali sono gli adempimenti fiscali
La legge italiana non contempla ancora questo tipo di esercizio commerciale che pertanto soggiace alle regole canoniche di abitualità.
Se l’attività di temporary shop dura meno di 30 giorni annui (di apertura del negozio) non è necessario alcun adempimento fiscale o amministrativo particolare, in quanto l’attività è considerata occasionale.
I 30 giorni riguardano l’apertura complessiva del singolo o più temporary shop. Se per esempio apro tre temporary shop per 20 giorni cadauno, nello stesso anno supero i 30 giorni complessivi e quindi non rientro più tra le attività occasionali.
Questa logica viene sfruttata spesso dai così detti hobbysti che realizzano prodotti unici artigianali venduti presso i mercatini.
Qualora invece il temporary shop superi i 30 giorni, non rientra più nell’attività occasionale ma potrà rimanere aperto per un massimo di 6 mesi. Se il titolare dell’attività è già in possesso della partita IVA sarà quindi necessario unicamente presentare la Comunicazione certificata di inizio attività (c.d. “SCIA“) allo sportello SUAP del comune di competenza.
Se invece il soggetto non è in possesso della partita IVA, dovrà provvedere a farne richiesta con contestuale iscrizione presso la Camera di Commercio competente. Successivamente il soggetto dovrà presentare la SCIA al Comune ed iscrizione all’INPS per il versamento dei contributi previdenziali. Naturalmente la SCIA andrà presentata anche al momento della chiusura del negozio temporaneo per comunicarne la cessazione.
Se vuoi aprire il tuo temporary shop, contattaci: siamo a tua disposizione.