I marketplace dovranno comunicare i dati dei propri venditori all’Agenzia delle Entrate a partire dal 27 marzo 2023. Questo è quanto prevede la normativa Dac 7, vediamo insieme gli aspetti essenziali.
DAC7: quali siti coinvolge?
Il termine DAC7 identifica la disciplina europea avente come obiettivo quello di migliorare la cooperazione amministrativa in ambito fiscale, semplificando lo scambio di informazioni tra i gestori delle piattiaforme di vendita e le autorità fiscali dei singoli Paesi della UE.
Con le nuove norme quindi:
- L’agenzia Entrate in italia otterrà dalle piattaforme il trasferimento dei dati fiscali;
- Riuscirà ad individuazione i redditi percepiti attraverso le attività online
Con la direttiva DAC7 si è posta attenzione a contrastare la mancata dichiarazione delle attività online che possono generare reddito, sia se vendi come privato occasionalmente , sia se hai aperto una partita IVA per la tua attività e-commerce seguendo la nostra guida.
DAC7 quali dati verranno comunicati
Con la DAC7 tutti i siti e-commerce o i portali di vendite online per le persone fisiche dovranno comunicare:
- nome e cognome;
- indirizzo di residenza;
- data di nascita e CF;
- luogo di nascita del venditore;
- numero di partita IVA se presente.
Invece per coloro che operano con partita IVA individuale o società sono richiesti:
- ragione sociale;
- indirizzo della sede legale;
- partita IVA o codice fiscale;
- numero di registrazione dell’attività presso la Camera di Commercio competente;
- indicazione sulla presenza di una stabile organizzazione in uno dei Paesi UE.
Inoltre, per ambedue le tipologie di soggetti, deve essere comunicato il totale dell’importo generato dalla vendita, con riferimento al fatturato dell’anno di imposta.
Le informazioni dovranno essere comunicate se:
- l’attività privata o quella di vendita tramite partita IVA, ha generato più di 30 operazioni annue;
- gli incassi ottenuti sono superiori al valore di 2.000€.
Le informazioni dovranno essere inviate all’Agenzia delle Entrate entro il 31 dicembre di ogni anno. L’unica eccezione è quella prevista per il 2023, dato che la direttiva è entrata in vigore il 1° gennaio di quest’anno. In questo caso, la comunicazione è stata slittata al 31 gennaio 2024 (per il 2024 è il 15 febbraio).
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